I contenuti scientifici disciplinari comprendono la storia delle tecniche scultoree e plastiche e la conoscenza dei singoli materiali: Pietra, ceramica, gessi, legno, bronzo etc. dei loro metodi di estrazione o produzione e approvvigionamento, delle loro differenti varietà e delle relative tecnologie di lavorazione, pertanto la disciplina introduce il manufatto artistico innanzitutto con le tecniche artistiche. Pertanto i primi approcci alla disciplina per evidenziare un argomento forse sconosciuto per i discenti prevede prove inerenti la materia dal punto di vista teorico/pratico, e cosa si intende per restauro. I vari tipi di intervento, l’analisi del manufatto attraverso la riconoscibilità dell’opera d’arte, il tempo dell’opera d’arte, per attribuire all’opera una qualità di manufatto storico/artistico a cosa si deve ricorrere e come si arriva, con un approccio storico non solo per dare al manufatto un riferimento temporale di riconoscimento dell’opera nel tempo.
Il restauratore nel tempo, una figura che cresce gradualmente, all’inizio era l’artista che ripristinava la sua stessa opera, successivamente altri artisti mettevano le mani sull’operato altrui fin quando Cesare Brandi storico dell’arte e critico d’arte insieme a Giulio Carlo Argan non hanno dato le direttive all’Istituto Centrale del restauro di Roma. Direttive necessarie per lavorare sull’opera d’arte. Di lui… “Della cultura non si dà ricetta: ma, poiché la cultura non è erudizione, cultura diviene solo quella che, entrando a far parte della conoscenza, accresce la coscienza”.
Mentre si danno riferimenti di tipo storico è necessario consecutivamente inserire altre discipline nel contesto restaurativo, perché non si può prescindere dall’avvicinarsi alla chimica del restauro, alla fisica dei materiali, alla biologia che caratterizza le infestazioni biologiche, per poi arrivare a come si restaura e cosa bisogna sapere per non incorrere ad errori irreversibili. Quanto deve durare un restauro. Definizione del tipo di intervento, la pulitura e la reintegrazione delle lacune: di tipo formale e di tipo pittorico. La delicatezza dell’intervento, ormai con metodi che tengono conto del manufatto quindi con un impatto assolutamente limitato ma efficace per l’ottenimento graduale e che non dia effetti dannosi nel tempo. L’importanza delle indagini scientifiche, a cosa servono e soprattutto come procedere per avere un quadro generale di informazioni che vanno ad indagare sull’opera da tutti i punti di vista. Tenendo presente che la disciplina prevede un approccio sui materiali lapidei, del legno ed in fine dei metalli sui quali si fa riferimento ai grandi restauri come i bronzi di Riace, il Satiro danzante di Mazzara del Vallo, il Marco Aurelio di Roma etc.. Per quanto riguarda le vare lignee ricoperte di lamina argentea con Sculture di bronzo dorato a mercurio solitamente si fa riferimento tecnico/pratico a lavori svolti come bagaglio personale su un manufatti restaurati in cantiere.
Obiettivi Formativi
Gli obbiettivi formativi si raggiungono attraverso l’esempio che porta il discente alla curiosità ed in fine allo studio, ma anche e soprattutto attraverso la pratica in simulato che determina il contatto con l’opera, andare a visionare manufatti cittadini dove gli allievi di fronte ad un opera svolgono un preesame simulando, riconoscendo i deterioramenti che l’affliggono da tutti i punti di vista e per i quali bisogna sapere come prevenire ed infine restaurare.
Contenuti del Corso
Definizione e funzione del restauro
Cenni di Storia del Restauro e della conservazione delle opere d’arte.
Il restauro delle opere antiche.
Materiali e tecnologie per la prevenzione, il restauro e la conservazione dell’opera: lapidea, lignea e bronzea.
- Cenni sui sistemi di diagnostica;
- La definizione del tipo di intervento;
- La pulitura e la reintegrazione delle lacune e mancanze;
- Specificità ed unicità dell’intervento di restauro.
Simulazioni di restauro consistenti in esercitazioni pratiche d’integrazione materica.
Rilievo dell’opera a tratto lineare.
Redazione delle schede di restauro.
Analisi storico-grafica, ipotesi sulle possibili cause di degrado.
Simulazione di restauro operativo svolto su manufatti cittadini.
Il deterioramento della pietra, del legno e del bronzo.
Il deterioramento dei materiali artificiali: gesso, terracotta, ceramica etc..
Indagini tecnico scientifiche preliminari ai trattamenti.
Teoria e pratica del restauro:
- La pulitura;
- Il consolidamento;
- La sostituzione;
- L’imperniaggio;
- L’incollaggio;
- La stuccatura;
- La protezione.
Il controllo dei trattamenti conservativi.Il progetto di restauro.
Testi di riferimento consigliati
C. Brandi – Teoria del restauro, Piccola Biblioteca Einaudi;
M. Matteini – A. Moles – La chimica del restauro, Nardini Editore;
M. Matteini A. Moles – Scienza del restauro metodi di indagine, Nardini Editore;
P. Fancelli – Il restauro dei monumenti, Nardini Editore;
G. Dardanello – Paliotti. Scagliole intarsiate nel Piemonte del Sei e Settecento, Ed. Editris;
I. Lazzarini, Laurenzi M. Tabasso, Il restauro della pietra – CedamE. Chiappini, G. Liotta, M. C. Reguzzi, A. Battisti – Insetti e Restauro, Calderini Edagricole
Materiale didattico, tecniche e tecnologie usate
Gli attrezzi: specilli, Bisturi, pinze, lenti d’ingrandimento, endoscopi, ecc. arnesi di tipo medico adottati per il restauro ma che prima sono stati utili per la cura dell’uomo, quindi attraverso la garanzia elargita all’uomo si potrà riversare la stessa cura per manufatti unici e storicamente importanti come chi li ha realizzati. Senza dimenticare gli attrezzi utili per l’esecuzione di opere d’arte che anticamente venivano utilizzati come gli scalpelli, le mazzotte, le punte, i trapani antichi come il violino ad archetto ecc..
Per le tecniche: esecuzione di finti marmi che si utilizzavano dal XV sec. in poi in momenti di pecunia di materiali lapidei, l’importanza di sapere come si realizzavano grazie all’osservazione dei materiali lapidei sulla natura del carbonato di calcio realizzato dalla sovrapposizione materica e dei secoli.