L’incontro ha lo scopo di approfondire il linguaggio cinematografico e la sua natura interdisciplinare, con un’attenzione particolare al racconto immaginifico, al montaggio narrativo e a quello concettuale.
Cristiano Travaglioli, montatore primato del cinema italiano, ci porterà dentro ai concetti del cinema di Paolo Sorrentino attraverso le tecniche di montaggio più utilizzate. A tratti contemporaneo, rinascimentale e barocco, il cinema di Sorrentino è pensato come arte figurativa che ritrae, spesso amaramente, l’uomo e l’esistenza, facendo dell’iperrealismo e del grottesco la sua cifra espressiva.
Modera
Matilde De Feo
filmmaker, docente di Progettazione Multimediale
Intervengono
Piero Sacchetti direttore dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria
Carla Ascione producer, docente di Storia del Cinema
Giacomo Triglia filmmaker, docente di Tecniche di ripresa
Marina Lebro designer docente di Fashion Design
Eduardo Grillo semiologo, docente di Semiologia dell’Arte
Oggetto dell’incontro, in forma di seminario, non sarà quindi solo la tecnica, ma anche e soprattutto una riflessione sui linguaggi, su i risvolti fenomenologici, semiotici e multidisciplinari che il cinema produce.
L’incontro è in presenza ed è aperto a tutti fino ad esaurimento posto.
Cristiano Travaglioli
Classe 1968, studia al Dams di Bologna e successivamente al Centro Sperimentale di Roma. Nel 2001 incontra Paolo Sorrentino e diventa assistente al montaggio de L’uomo in più, ruolo che ricopre anche per i due successivi film del regista: Le conseguenze dell’amore e L’amico di famiglia. Coprirà invece il ruolo di montatore ne Il divo, This Must Be The Place, La grande bellezza (Premio Montatore Europeo agli European Film Awards 2013), Youth – La giovinezza, Loro 1 e Loro 2, la serie tv The Young Pope, e l’ultimo È stata la mano di Dio. Tra i suoi altri lavori come montatore ricordiamo Il Volto di un’altra di Pappi Corsicato, La mafia uccide solo d’estate di Pif, Hai paura del buio di Massimo Coppola, Anime Nere di Francesco Munzi, Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.