Bio
Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986) vive e lavora ad Acqualagna (PU), un paesino tra il mare Adriatico e le montagne degli Appennini. Dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Urbino, nel 2014 è ospite in residenza alla DENA Foundation for Contemporary art, nella sede di Parigi, e nel 2018, presso BoCs Art – Residenze Artistiche a Cosenza.
Il suo lavoro è stato esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Tra le mostre personali si ricordano: “Mira il mare mà lè” (Fondazione Pescheria); “Toys are us” (A+B gallery, Brescia, 2019); “Da che mani vidi Zan Cin” (Otto Gallery, Bologna, 2019); “La Conquista dello Spazio” a cura di Riccardo Tonti (Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 2016); tra le collettive più recenti: “Meccaniche della meraviglia” (Chiesa di San Giacomo al Mella, Brescia, 2019); “Vie di fuga” (Societé Interludio, Torino, 2018); “Chi utopia mangia le mele” a cura di Gabriele Tosi e Arianna Polveroni (Ex dogana merci, Verona, 2018).
Nel corso degli anni, la sua ricerca è stata riconosciuta attraverso numerose premiazioni: Premio Centro Arti Visive Pescheria (2011), Premio Lissone (2014) e Premio Treviglio (2016); è stato inoltre finalista del Talent Prize (2019) e del Club Gamec Prize (2018). Inoltre, nel 2020 ha vinto l’Italian Council con un progetto di residenza in Uruguay. È appena uscito “MONOCHROMO”, edito da Cura.Books dove viene riportato il suo percorso artistico.